Nell’ultimo anno il processo di digitalizzazione in Italia ha visto un’impennata senza precedenti, spinta dai cambiamenti forzati legati alla pandemia
Ciononostante, per ora il rapporto degli italiani con l’informatica è traballante. Le sue fragilità sono emerse ancora più chiaramente proprio a causa dei lockdown che hanno spostato gran parte delle nostre attività in linea.
Vediamo quindi in che modo la digitalizzazione procede in Italia e quali ostacoli la rallentano.
Smart working e didattica a distanza
Volenti o meno, gli italiani di ogni età si sono trovati nell’ultimo anno a trascorrere le giornate di fronte a uno schermo.
La scuola e l’università si sono trasferite online, privando bambini e ragazzi dell’interazione con i compagni. Gli adulti, d’altro canto, hanno partecipato a decine di riunioni su Zoom, cercando di adattarsi alle nuove dinamiche dello smart working.
Molti hanno quindi dovuto per forza di cose apprendere le competenze necessarie a studiare e lavorare in linea, oppure ad aiutare i più piccoli con i compiti della didattica a distanza.
Cresce la formazione in ambito informatico
Una delle conseguenze dello spostamento di tutte le attività quotidiane online è la rapida crescita di professioni digitali. Ciò ha incoraggiato anche un aumento di iscrizioni a scuole superiori con indirizzo informatico, che promettono nell’attuale panorama lavorativo prospettive di impiego eccellenti.
Anche la formazione professionale si muove nella stessa direzione. Tra i corsi più richiesti, infatti, quelli in ambito digitale fanno la parte del leone. Oltre a quelli più semplici per acquisire le basi necessarie allo smart working, sono molto popolari i corsi intensivi che formano i nuovi professionisti del settore informatico. Il bootcamp di programmazione organizzato da aulab, ad esempio, ha già superato le 27 edizioni. Un successo che deriva dalle ottime conoscenze che si possono collezionare in breve tempo e dalle possibilità di trovare un impiego già dopo aver finito il corso. Quello del programmatore web, infatti, è un lavoro che compare in ogni classifica dei più richiesti e che nei prossimi anni continuerà a offrire eccellenti prospettive di carriera.
Problemi di connessione a banda larga e fibra
Ciononostante, non è tutto rose e fiori per quanto riguarda il progresso del digitale in Italia. Ci sono infatti ancora alcuni ostacoli non da poco che piazzano il nostro Paese tra gli ultimi in Europa in tema di digitalizzazione.
Un grosso problema è la diffusione a macchia di leopardo di connessione a internet stabile e veloce. In vaste aree della Penisola, infatti, non è disponibile né la connessione a banda larga, né quella a fibra ottica. Naturalmente ciò diventa ancora più preoccupante quando milioni di italiani hanno la necessità di utilizzare internet quotidianamente per studio o lavoro.
Competenze digitali insufficienti
Non meno preoccupante è il livello di alfabetizzazione digitale degli italiani. Secondo l’ultimo rapporto DESI (Digital Economy and Society Index), l’Italia è all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda le competenze digitali dei suoi cittadini. Soltanto il 74% degli italiani usa internet regolarmente, e ben il 17% non lo ha mai usato in vita sua. Ciò risulta ancora più paradossale pensando che il nostro Paese è al terzo posto nella preparazione alla tecnologia 5G.
Chi utilizza internet, inoltre, lo fa principalmente a scopo ricreativo su social media o piattaforme di intrattenimento come Netflix. Attività online come e-banking e servizi di amministrazione digitali, invece, sono ancora relativamente poco sfruttate.
È evidente, quindi, che per restare al passo coi tempi e con la rapida crescita del settore digitale è necessaria una più diffusa formazione di base della cittadinanza.
In conclusione, c’è ancora molto da fare per raggiungere un buon livello di digitalizzazione in Italia. I segnali promettenti ci sono e sicuramente il panorama post-Covid incoraggerà un’accelerazione di questo processo. D’altro canto, senza uno sforzo per formare i cittadini e assicurare connessioni internet veloci e affidabili su tutto il territorio, difficilmente si potranno raggiungere in tempi brevi i livelli di digitalizzazione degli altri Paesi europei.